
Quattro giorni di “acclimatamento” nei quali affronteremo i temi più importanti per un corretto approccio alla salita del Monte Bianco e altri due dedicati alla salita vera e propria. Progressione su ghiaccio, manovre di corda e recupero da crepaccio, comportamento in quota e gestione delle risorse saranno al centro delle nostre giornate. La salita alla vetta più alta d’Europa sarà preceduta da quella ad un’altra importante cima dell’arco alpino, il Gran Paradiso, che, con i suoi 4061m di altezza, è un importante test per chi intende spingersi più in alto. La formula “stage Monte Bianco” è studiata per chi non ha l’opportunità di prepararsi da solo o per chi vuole provare la salita senza necessariamente avere grosse esperienze alle spalle. Cercheremo in una settimana di fornirVi le nozioni principali per un corretto comportamento in quota e i parametri fondamentali per capire le vostre reali potenzialità. La salita al Monte Bianco non va mai sottovalutata e occorre essere obbiettivi nella valutazione delle proprie capacità…

Programma:
1°giorno: partenza dalla Val Veny (Courmayeur) per dirigerci verso la spettacolare morena del ghiacciaio del Miage. Una camminata breve per raggiungerla e poi un bellissimo tour glaciale nel selvaggio bacino del Miage. Un dislivello lieve e ritmi tranquilli ci aiuteranno ad entrare con calma in questo fantastico mondo. La giornata sarà dedicata allo studio dell’ambiente glaciale circostante, all’individuazione dei pericoli maggiori e alla sicurezza su ghiacciaio. Il bacino del Miage rappresenta uno dei luoghi di maggiore interesse paesaggistico sul versante italiano del Monte Bianco. Cena e pernottamento in rifugio in località Val Veny.
2°giorno: al mattino partenza in auto con destinazione Pont Valsavarenche; ai piedi del Gran Paradiso.
Da qui partiremo alla volta del rifugio Vittorio Emanuele a quota 2750m lungo un comodo tracciato che, partendo dal greto del torrente, ci porterà al rifugio attraversando dapprima un bosco di larici e successivamente gli esposti pendii morenici una volta occupati dai ghiacciai adesso ritiratisi sotto le pareti delle cime più alte.
Sarà questa una giornata di “riscaldamento” in vista della salita al Gran Paradiso prevista per il giorno successivo.
Dal rifugio vista eccezionale sulle pareti Nord di Ciarforon e Becca di Monciair.
Dislivello: 750m
Difficoltà: facile
3°giorno: colazione alle 4.30 e partenza entro le 5 dal rifugio per la salita al primo “4000” della settimana…
Dal rifugio seguiremo la via normale che, prima di raggiungere il ghiacciaio,si snoda lungo pietraie e morene, spesso innevate.
La prima parte del cammino avviene di notte e,quando arrivano le prime luci,si aprono scenari eccezionali sulle ampie distese di ghiaccio che scendono dalla cima.
A quota 3100 circa si scende finalmente su ghiacciaio e la salita acquista tutto un altro tono…
Si sale dolcemente verso la vetta alternando tratti un po’ più ripidi a lunghi pianori glaciali fino a giungere in prossimità del Colle di Moncorvè a quota 3800 da dove ormai è ben visibile la vetta.
Dalla cima splendido panorama su tutte le cime più importanti delle Alpi Occidentali.
Discesa per lo stesso itinerario e nel pomeriggio rientro a Pont Valsavarenche.
Una giornata impegnativa che ci farà da test per i giorni successivi.
Un itinerario non difficile ma di notevole sviluppo.
Cena e pernottamento a Pont Valsavarenche.
Dislivello: 1300m
Difficoltà: media
N.B.: in caso di condizioni meteorologiche non ottimali o di anomalie del percorso si ripiegherà sulla cima Tresenta (3609m) raggiungibile con itinerario lineare e diretto dal rifugio Vittorio Emanuele in circa 4 ore di marcia.
Anche questa salita presenta un tratto, seppur breve, su ghiacciaio.
4°giorno: al mattino partenza da Pont Valsavarenche in direzione Val Ferret (Courmayeur). Eccoci di nuovo ai piedi del versante meridionale del Monte Bianco per una giornata di recupero attivo dopo la fatica dei giorni scorsi. Una facile escursione al fronte del ghiacciaio di Prè de Bar su comodo sentiero ci permetterà di muoverci un po’ senza aggiungere altra stanchezza alle nostre gambe. Una volta sul fronte del ghiacciaio ci dedicheremo ad un ripasso di tutte le manovre di corda da effettuare su ghiacciaio e, passo importante, analizzeremo a fondo tutte le tecniche fondamentali per un corretto utilizzo di ramponi e piccozza. Una giornata didattica prima di affrontare l’alta quota.
5°giorno: partenza nella tarda mattinata alla volta di Chamonix. Attraverso il traforo del Monte Bianco ci trasferiremo in questa piacevole cittadina posta ai piedi del versante settentrionale della montagna. Con calma prepareremo tutto il necessario per gli ultimi due giorni… quelli della vetta! In funivia nel primo pomeriggio raggiungeremo l’Aiguille du Midi a 3871m…! Di qui dapprima lungo una affilata cresta poi su comodo ghiacciaio scenderemo verso il rifugio Cosmiques(3650m) che ci ospiterà per la notte. Tempo 45min.
6°giorno: ed eccoci al giorno più lungo… La sveglia è di quelle che difficilmente si dimenticano; all’una!Rapida colazione e in marcia entro le due… Il primissimo pezzo in discesa ci permette di scaldarci per bene.E sarà bene goderselo fino in fondo poiché il tratto successivo ci porterà da quota 3500 circa a 4100… sulla spalla del Mont Blanc du Tacul. Una salita costante e di media pendenza, sempre con una buona traccia ma senza riposi di sorta. Questo primo tratto viene fatto tutto di notte e, stando nei tempi, l’alba ci sorprende nel vasto pianoro di collegamento tra il Tacul e la rampa che sale al Mont Maudit. Nel pianoro ci si riprende un po’ e quindi di nuovo salita fin sotto la spalla del Maudit. L’ultimo pezzo è una ripida rampa di 90m attrezzata con corda fissa che ci porta a collinare sul grandioso bacino del colle della Brenva; a quota 4400m. Da qui in discesa fino al colle della Brenva (4309m) dove ci si riposa un po’ prima dell’ultima salita. Ormai al sole si può ammirare in pieno la piramide sommitale del monte Bianco, gli ultimi 500m.! Dal colle ci si alza rapidamente su una gobba di ghiaccio a quota 4400m che dà l’accesso all’ultimo pendìo prima della vetta. Si passa accanto alle Rochers Rouges a quota 4550m e poi, con un ultimo sforzo, si affronta il Mur de la Cotè raggiungendo la vetta a 4810m. Dalla cima il panorama è eccezionale e ognuno di noi prova sensazioni diverse arrivando sul tetto d’Europa… La discesa avviene lungo lo stesso itinerario oppure lungo la via che rientra dal rifugio Goûter. Il rientro a Chamonix è nel pomeriggio, stanchi ma felici…